photo

La Ghismo Onlus incontra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma

Lo scorso 20 gennaio 2017 si è tenuto in aula Salviati il seminario sulle Attività e Terapie Assistite con gli Animali rivolto agli studenti delle lauree infermieristiche, nel quale l’associazione Ghismo ha portato la propria testimonianza dei circa 15 anni di attività svolta nell’ambito della riabilitazione e rieducazione motoria nelle disabilità mediante l’impiego del cane.

Dopo il saluto iniziale della Dott.ssa D’Elpidio (responsabile dei corsi di lauree infermieristiche presso del Polo Didattico “Pier Giorgio Frassati”) e del Dott. Castelli (responsabile del servizio di Neuroriabilitazione di Palidoro) si è dato inizio ai lavori che hanno caratterizzato la mattinata.

Il tema ha preso gradualmente forma e consistenza grazie agli interventi del Dott. Floris (Medico Veterinario, presidente dell’associazione Ghismo), del Dott. Panichi (vice-presidente dell’associazione Ghismo, atleta e testimonial nazionale per lo Sport Integrato) e della Dott.ssa Ceppi (psicoterapeuta con Master in “Attività e Terapie Assistite con gli Animali “) fino ad arrivare alla viva concretezza dell’esperienza di Veronica Rossi.

“L’uomo ricerca una comunicazione con gli animali ed è attento alle loro esigenze, al loro benessere, alle loro modalità comportamentali e al loro codice di comunicazione tanto che molti animali sono diventati nel tempo «animali da compagnia», non svolgono alcun lavoro, si tengono in casa, ci si prende cura di loro per il piacere di farlo e per ricercare uno scambio affettivo. È in questa cultura che nascono le TERAPIE ASSISTITE dove non è l’animale, in quanto tale, ad essere lo strumento della terapia, quanto la ricerca di una relazione e di una comunicazione con quest’ultimo” (Dott.ssa Ceppi).

“Il cane può essere non solo un essere da accudire e da far star bene, ma anche uno strumento formidabile di emancipazione delle persone con difficoltà motorie o cognitive! Come nello sport, il limite può diventare un punto di riferimento per ripartire e spostare l’asticella della propria prestazione. La Ghismo ha potuto sviluppare un’esperienza sul campo formidabile, in un virtuoso mix fra Addestramento del cane e lezioni di pet-therapy con ragazzi in sedia a rotelle o con difficoltà motorie. Al centro di tutti gli interventi individuali o nei Centri semiresidenziali dove la Ghismo opera, rimane l’individuo nella sua unicità, perché proprio in presenza delle più disparate condizioni neurologiche, cognitive, e psicofisiche individuali, la vera scommessa è quella di riuscire a dotare tutte le persone interessate e coinvolte, degli strumenti efficaci per poter diventare protagonisti in prima linea del abbattimento degli ostacoli e delle barriere psicologiche interne alla propria mente, nell’affrontare la vita di tutti i giorni. Francesca, la prima affidataria di un cane addestrato dalla Ghismo, ha potuto beneficiare di tale crescita nel suo ambito scolastico, accrescendo nel tempo i suoi livelli di autostima verso se stessa e gli altri! Mayla, una ragazza con paralisi cerebrale infantile, dal primo cane Ghismo affidato, Gaucho, ha potuto conoscere in prima persona i benefici del potersi rendere protagonista di azioni mai pensate prime, di nuovi gesti, di nuovi pensieri, a fronte del suo muoversi senza autonomia in una carrozzina! Veronica, seconda affidataria di un cane addestrato Ghismo, il famigerato Lew, ha superato grazie allo stimolo del cane, un importante deficit di coordinamento nel gesto del cammino, recuperando autostima e voglia di stare insieme alle altre persone!” (Dott. Panichi).

Ogni cane però, così come accade per l’uomo, è un soggetto unico e come tale ha delle caratteristiche e peculiarità proprie, che possono renderlo più a meno adatto a svolgere particolari attività, come quella della pet-therapy e dell’assistenza.

“I cani scelti per la pet-therapy sono cuccioli provenienti da accoppiamenti ben selezionati. Non è detto che in ogni cucciolata ci sia un soggetto idoneo. Non vi è nemmeno la certezza che il cucciolo che si è segnalato inizialmente poi al momento dei test e verifiche finali sia ancora idoneo. I cuccioli devono avere caratteristiche ben precise e devono anche essere molto tolleranti alle manipolazioni. Ciò non toglie il fatto che anche i conduttori debbano avere delle caratteristiche che ne confermino la loro idoneità. Il cucciolo “prescelto” viene monitorato fino ai 60 giorni. Qui si fa una prima valutazione sia a livello di benessere e salute, sia attitudinale. Al quarto mese di vita c’è valutazione e scelta definitiva. Qualora il cucciolo fosse quello giusto, si deve iniziare subito alla socializzazione ed all’educazione ed addestramento. Il cucciolo deve essere un cane docile, che non abbia paura di nulla, che vada d’accordo con i suoi conspecifici e che sia socievole con le persone. Deve inoltre essere molto versatile a lavorare con più operatori. Qualora il cucciolo fosse stato preso per essere donato ad una persona, allora l’addestramento poi evolverà nello specifico, a seconda dei bisogni dell’utente” (Dott. Floris).

La Dott.ssa Ceppi ha poi illustrato nel suo intervento, l’impiego del cane come co-terapeuta nelle terapie con i bambini affetti da autismo.

“Si sceglie di intraprendere il percorso della pet-therapy per offrire opportunità terapeutiche alternative al paziente. Una volta che ci si è assicurati che il bambino non abbia paura del cane e che il bambino ne accetti la presenza nel suo ambiente, allora si può stilare il progetto: Tracciare gli obiettivi del progetto; Definire i tempi di accesso alla terapia; Definire le modalità. Uno degli obiettivi fondamentale del progetto è quello di sviluppare la dimensione del “Prendersi Cura”. La dimensione del «Prendersi Cura» consiste nel creare le condizioni in cui il bambino può sperimentare le attività di cura del cane, insieme all’operatore: spazzolare, dare da mangiare, dare da bere, accarezzare. Ciò non rappresenta solo un gioco ma si identifica con l’esperienza di condivisione con un’altra persona e contribuisce ad accrescere l’AUTONOMIA e la CONSAPEVOLEZZA DI SÉ: passare da «OGGETTO DI CURE» a «SOGGETTO CHE CURA»; I progetti della pet-therapy sono progetti TERAPEUTICI ed EDUCATIVI. I primi sono fondati sull’ipotesi che il contatto con il cane, lo sviluppo di un attaccamento con esso, l’offerta di una relazione con un animale, nelle vesti di co-terapeuta, possano funzionare come equilibratori di un precario vissuto emotivo. I secondi sono invece strutturati secondo una diversa serie di attività corporee, psicomotorie, di gioco e di accudimento al fine di sviluppare capacità cognitive, relazionali e motorie nel bambino. L’efficacia di questo trattamento si è riscontrata in tutti i bambini che ne hanno usufruito. In particolar modo si è dimostrato molto efficace nei disturbi del comportamento, problemi di condotta, PCI ed autismo. Gli ambiti maggiormente migliorati sono: autonomia, prendersi cura di sé, prendersi cura dell’ambiente di vita, capacità motorie, motivazione e relazione con l’altro, dimensione ludica” (Dott.ssa Ceppi).

Infine, le esperienze di Veronica ed il saluto inviato con un video da Francesca hanno infine arricchito e coronato l’intensità dell’esperienza ed hanno dimostrato quanto la determinazione e la costanza tenute salde ed alimentate dal rapporto instaurato con il cane possano portare a risultati inaspettati.

“Sono Veronica Rossi, ho 27 anni e faccio parte dell’associazione Ghismo da 13 anni. Sono affetta da un emiplegia sinistra, ciò mi ha comportato di dover fare fisioterapia fin dai primi mesi di vita, togliendo sicuramente tempo al gioco e al divertimento. Purtroppo non riuscivo a fare i giochi che facevano gli altri bambini perché inciampavo e cadevo sempre. Per 10 anni ho dovuto fare il bendaggio ortottico cosa che ha aggravato il mio equilibrio e le mie relazioni sociali. Verso i 14 anni la mia fisioterapista mi ha parlato dell’associazione Ghismo che alleva, addestra e affida cani per utilità sociale. Così, incuriosita, sono andata ad assistere ad una seduta di addestramento, ho avuto anche qui le mie difficoltà perché inizialmente non riuscivo a tenere una traiettoria rettilinea mentre camminavo con il cane e avevo paura di non riuscire a tenere bene stretta sotto il braccio sinistro la pallina che rappresentava il premio per lui. Non avendo la presa fine era difficile tenere anche il cordino di quest’ultima. Grazie alla fiducia che il cane mi trasmetteva siamo riusciti insieme a superare queste difficoltà. Dopo un certo periodo mi è stato affidato uno splendido pastore tedesco Lew che è diventato mio e parte della famiglia. Con il suo arrivo ho sviluppato un maggior senso di responsabilità, ho potuto aumentare le mie relazioni sociali sia con i membri dell’associazione che al di fuori quando lo portavo a passeggio. Insieme abbiamo fatto anche alcune esibizioni in importanti manifestazioni cinofile. Lew si è preso cura di me vivendo e dormendo assieme ed era molto protettivo nei miei confronti, la cosa più importante che lui mi ha insegnato è di non mollare mai” (Veronica).

“La mia esperienza con l’Associazione Ghismo è iniziata a luglio del 2003, io avevo 11 anni e Buddy 8 mesi; appena qualche giorno prima mi aveva letteralmente staccato il bracciolo della sedia perché tirava al guinzaglio come un pazzo, rischiando di farmi cadere…da buon cucciolone di Labrador, l’esuberanza era il suo forte!! Massimo (Floris) ci ha insegnato che l’esuberanza però può anche accompagnarsi alla buona educazione, e che anzi, in questo modo, era possibile fare insieme molte più cose. Abbiamo passato mesi e anni a fare addestramento insieme, migliorandoci e capendoci sempre più. Buddy è diventato il mio cane da assistenza, e con lui suo figlio Kris! Con loro sono potuta uscire tranquillamente da sola senza la paura che mi cadesse a terra qualcosa: Buddy era, e Kris è, pronto ad aiutarmi. Con loro non è stato più un problema aprire il frigorifero o un cassetto, o prendere le chiavi di casa per uscire… siamo diventati un tutt’uno, aiutandoci e “addestrandoci” a vicenda” (Francesca).

Il Polo Didattico “Pier Giorgio Frassati” ringrazia l’Associazione Ghismo e la Direzione Sanitaria che hanno reso possibile la realizzazione di questo seminario, il Dott. Castelli e Suor Luisa che hanno impreziosito la mattinata con la loro presenza ed i loro interventi e, non in ultimo, gli studenti delle lauree infermieristiche che hanno partecipato.

Ti potrebbe interessare